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La congiunzione avvenne, ma come poi si rileva, il fatto non le corrispose. La strega aggiunge però: Io
imparai questo a Milano da una donna femina del Rizo che stasava a
quello tempo cum el capitanio della Justitia.... et la qual femina del
Rizo fece quello incanto cum li grani de lume de rocha per veder se uno
el qual me voleva tenere a sua posta el qual me tolse a Carevazo in su
la strada me voleva ben o no, et così fatto diceta cosa cioè meso li
grani sul focolare il grano de dicto mio homo non vene a coniungerse cum
quelo meso a mio nome per il che dicta donna me disse che dovesse andar
dal capitanio de justitia a far che lui meo lasasse. Et cosi anday et
havi licentia. (Imparai
questo a Milano da una donna del Rizo che stava a quel tempo con il
capitano della giustizia...e questa femmina del rizo fece quest'incanto
con i grani d'allume per vedere se uno che mi voleva tenere a sua
disposizione e che mi aveva tolto a Caravaggio, dalla strada, mi volesse
bene o no, e così fatta questa cosa, mise i grani sul focolare, il
grano del mio predetto uomo che non si congiunse con quello messo a mio
nome, per cui codesta donna mi disse di andare dal capitano di giustizia
a far si che lui mi lasciasse. E così io andai ed ebbe licenza) Quanto alla Caterina detta Ferraza un testimonio aveva deposto: .... de qua Caterina intellexit ab Antognino de Gabiano quod dum nonnullae striae ducebantur ad incinerandum dicta Caterina intra se dixit dum videret dictas mulieres duci ad locum justitiae baec verba videlicet — (… in merito alla quale Caterina capì che Antonino da Gabiano perché allora qualche strega veniva condotta al rogo (veniva condannata ad essere bruciata) la succitata Caterina tra sé disse mentre vedeva che le dette donne venivano condotte al luogo di giustizia disse tali parole e cioè) dio, el me faria grando mal a lassar li miei fioli de dreto (Dio mi farebbe un grande male a lasciare i miei figlioli.) Questa esclamazione tanto commovente, che non poteva sgorgare se non da un cuore che aveva tutta la sublime sensibilità materna, bastò a tradurre l'infelice davanti al Tribunale inquisitorio; ma, astrazion fatta dello spavento dell'accusata, cosa trascurabile a quei tempi, tutto si ridusse all' appuramento di voci corse a suo carico e di pettegolezzi: tra le prime v'era quella che sua madre fosse stata strega (1); tra i secondi che « Interr. si habeat alìquem inimicum respondit se nescire quod habeat aliquem inimicum nisi dictam eius neptem propter quoddam solarium de quo insimul ligavit».(«Interrogata si aveva un nemico rispose di non sapere se aveva un nemico se non la nipote di quello a causa di un orologio solare? in merito al quale negò») — E codesta nipote, nella deposizione, avevano appunto parlato come di meretrice, strega ed eventualmente avvelenatrice. (1)
V. BODINO, op. cit, capitolo delle Presontioni: « Se la
madre è strega anche la figliuola è strega; senza eccetione se non
piange» (1)
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Ma al Tribunale non piacque aver notizie più sicure o più complete su questi fatti; se ne rifà invece sulle tre streghe opprimendole di lunghissimi interrogatori, nei quali, la vana insistenza del giudice è solo adeguata dalla fermezza delle accusate che si mantengono, ora umili, ora impronte, nella denegazione. Il processo tenuto dal Vicario della Diocesi di Milano aveva avuto, come si è visto, un tragico epilogo: questo non conclude a sentenza di sorta. Ecco gli ultimi interrogatori: Const. coram praef. R. d. Vicario existente in loco torturae praedicta
Steffanina de Ferrara, et monita ut debeat dicere veritatem quia ipsam
dicendo poterit sperare veniam dummodo ex corde revertatur ad gremium
Sanctae Matris Ecclesiae quae respondit se dixisse veritatem nec aliud
scire dicendo:
Io
so ne le man de V. S. la quale me pò far tuto quello male che li piace
e so ben la me farà morire io morirò in servitio de dio e de nostra
donna. (Io sono nelle mani di V. S. la quale mi
può fare tutto quel male che le piaccia e so bene che lei mi farà
morire ed io morirò a servizio di Dio e della Madonna) Interrogata si numquam
petijt alicui cugiam cum qua fuerant suti panni mortuorum sive mortui
respondit: Monsignor no che non ho mai domandato simil cugia a niuno (Monsignore non ho mai domandato simile ago a nessuno). Int. si numquam fuit in ludo
striarum cum Cossina dicta la Formiglia respondit Monsignor no, che non fui may ne cum lei ne cum altri ne scio quello sia zocho.(Monsignore non fui mai ne con lei ne con altri) Monita ut debeat dicere veritatem quia decrevit ipsam propalare debeat
aliter eidem daturus est tractus quindecim aut viginti cordae quae
respondit Monsignor se voi me ne desti ben più de vinticinque io non diro più di quello ho detto la S. V. ne vole che io dica se non la verità io non dico za cosa che non so. (Monsignore se voi me ne deste ben più di venticinque io non dirò di più di quello che ho detto a S.V., se non vuole che dica la verità io non dico cose che non so) Monita ut deberet dicere veritatem et non permittere se poni ad torturam
quae respondit, Monsignor puteti far quello che ve pare ma ve dico che non so niente de le coso che V. S. me domanda ma voria ben che quelli che sono causa de farme patir questa pena et che hanno detto questa imputatione fusseno qui a provar di questa pena (Monsignore potete fare quello che vi pare, ma vi dico che non so niente delle cose che S. V. mi chiede, ma vorrei che quelli che sono causa di farmi soffrire questa pena e che hanno detto questa imputazione, fossero qui a provare di questa sofferenza.) Post quae et dum esset manibus ligata iterum monita a praef. d. Vicario
ut debeat dicere veritatem respondit Monsignor la S. V. me det quanto martorio che li piace jo non poso dir may altro de quello ho detto e se morirò morirò in servitio de dio et de nostro, donna. (Monsignore la S.V. mi può dare il martirio le piace ma io non posso dire altro che quello che ho detto, e se morirò, morirò a servizio di Dio e della Madonna) qui praef. d. Vicarius jussit ipsam ligari ad torturam et monuit ipsam
ut deberet dicere veritatem quae maxime plorando respondit Monsignor io son aparegiata de patir ogni tormento et de star a ogni parenghono ma io non so cosa alcuna de le cose che me ha domandato V. S. ma jo son bona Christiana et se morirò morirò in servitio de dio.(Monsignore, io sono preparata a patire ogni tormento ma io non so cosa alcuna delle cose che mi ha domandato V.S., io sono buona cristiana e se morirò, morirò a servizio di Dio.) Quibus auditis p. d. Vicarius mandavit ipsam solvi et ipsam pro nunc
licentiavit monendo ipsam ut recedere non dobeat de dicta terra et quod
hodie in vesperis coram eo se presentet pro eius sententia audienda,
praesentibus etc. etc... Constit. coram p. d. Vicario existente in loco torturae praed. Maria
dicta Venturina monita et interrogata an cogitarit ea quae fecerit et
dictura sit quae respondit Monsignor io ho pensato molto ben et quello che ho detto de prima et diro anche adesso e se V. S. trova che io habia fatto cosa che sia contra de Dio et de nostra donna la faza tutto quello gli pare de mi etiam morir. (Monsignore io ho pensato bene a quello che ho detto prima e dirò anche adesso e se S.V. trova che io abbia fatto cosa che sia contro Dio e la Madonna, faccia tutto quello che le pare di me fino a morire.) Iterum monita ut deberet dicere veritatem respondit Monsignor io sempre ho ditto la verità ne may ho fatto cosa contra de dio et de la nostra donna et sempre son sta sua buona devota. (Monsignore io ho sempre detto la verità, ne mai ho fatto cosa contro di Dio e la Madonna e sempre sono stata buona devota.) Int. an fuerit unquam in ludo respondit Monsignor io non so quello sia zocho ne may li fui et semper may ho vivesto de bona Christiana. (Monsignore io non so quale sia il gioco ma ho sempre vissuta da buona cristiana) Int. ut deberot dicere veritatem et non expectare quindecim aut viginti
tractus cordae quibus mediantibus intendit omnino habere veritatem quae
respondit, Monsignor io son paregiata a patir ogni cosa, may non !io fatto cosa alchuna, contra de dio et nostra donna et domandate a tuti li homini de bene de questa terra informativi de me che credo che non trovereti mal alchuno de mi benche no me possa guardar de male, lingue che me hano dato questa imputatione.(Monsignore io sono preparata a patire ogni cosa, ma non ho fatto cosa alcuna, contro Dio o contro la Madonna. e chiedo a tutti gli uomini per bene di questa terra di informarsi di me e credo che non troveranno alcun male, benché io debba guardarmi dalle male lingue che mi hanno dato questa imputazione) Int. si vult expectare ut
ponatur ad torturano quae respondit Monsignor
io son qui paregiata per portar ogni tormento per lo amor de dio et de
nostra donna, (Monsignore
io sono qui preparata a portare ogni tormento per amore di Dio e della
madonna) quibus auditis p. d. Vicarius iussit ipsam ligari ad torturam quae
audita dicta jussione respondit Io son contenta de patir ogni cosa per lo amor de dio et de nostra donna ne li quale spero che non mi lassarano patir male alchuno. (Io sono contenta di patire ogni cosa per amore di Dio e della Madonna nei quali spero che non mi faranno patire alcun male) Iterum monita ut non permitteret se torqueri respondit Monsignor che dio e la nostra donna me facci cascar morta adesso adesso se io non ho ditto la verità. (Monsignore che Dio e la madonna mi facciano cascare morta adesso se io non dico la verità)
Iterum dum ligaretur monita ut deberet dicerem veritatem respondi Monsignor io son paregiata de patir ogni cosa per amor de dio et de nostra donna et de la S. V.(1) (Monsignore io sono pronta a patire ogni cosa per amore di Dio e della Madonna e di V.S) Iterum monita ut deberet dicere veritatem prego dio et nostra donna che me cascha li ogij se non ho ditto la verità ma son contenta de patir ogni cosa per lo amor de dio. (prego Dio e la Madonna che mi caschino gli occhi se non ho detto la verità, ma sono contenta di patire ogni cosa per amore di Dio) Iterum int. ut diceret veritatem respondit La S. V. faza tuto quello gli pare son contenta de patir ogni cosa per amor de dio de la nostra donna et de la S. V. (La S. V. faccia tutto quello che le pare, sono contenta di patire ogni cosa per amore di Dio e della Madonna e di S.V.) Post quae p. d. Vicarius mandavit ipsam solvi ae mandavit eidem quod
hodie in vesperis se praesentare debeat coram ipso d. V. ad audiendum
illam sententiam quam de eadem facere voluerit, praesentibus.... etc.
etc. Constit coram p. R. d. Vicario existente in loco torturae praed. Maria
Lovessa monita si cogitavit quid sit dictura respondit quód sic. Int.
quotiens fuit in ludo striarum respondit Monsignor io ho ditto el vero ne may fa al zocho ne so quello sia zocho. (Monsignore io ho detto il vero ne mai faccio il gioco e non so quello che sia gioco) Int. et monita ut deberet dicere veritatem et non permittere se torqueri
quae respondit Monsignor son qua metetemi a rosto e lesso per ben me amazasse io ditto la verità ne may me trovareti de altro proposito. (Monsignore sono qui, mettetemi arrosto o a lesso, per ben che mi ammazzaste io ho detto la verità, e mai mi troverete di altro proposito) Int. quas incantationes facere sciat respondit se nescire facere aliquam
incantationem. Monita ut deberet dicere veritatem et non permittere se
poni ad torturam respondit Monsignor se me desti tuta la corda del mondo et me pistassi io non dirò may altro de quello che ho ditto. (Monsignore se mi deste tutta la corda del mondo e mi pestasse, io non direi altro che quello che ho detto) Quibus auditis p. d. Vicarius ipsam licentiavit monens ipsam quod hodie
in vesperis coram eo appareat pro eius sententia audienda, prarsentibus
etc. etc. Della condanna che, se vi fu, dovette essere assai lieve, non v' è traccia in questi atti: essi terminano colle recise e quasi beffarde risposte della Lupa, e il .triste e pauroso dramma precipita in farsa, salvo a ripigliare dopo un mese o dopo un anno per una recrudescenza di zelo inquisitorio, a salutare esempio dei tristi, a edificazione dei buoni e ad esaltazione della fede! Dott. T. BAZZI. Nota del prof. Fausto Gilli:
Alcuni
studiosi sono soliti ritenere il 1492 (SCOPERTA DELL' AMERICA) la
fine del Medioevo. Il 1520 è un periodo in cui diverse credenze
medioevali erano ancora diffuse. Inoltre che proprio il nostro territorio
facesse da teatro a fatti che avevano per protagonisti uomini e donne
della zona costituisce motivo di buona rilevanza storica. La
lingua italiana, veneta, latina sono di difficile interpretazione,
soprattutto quella latina che, essendo del 1520 presenta diverse difficoltà. La
prima e nella quasi assenza di dittonghi presenti nel latino classico; una
seconda risiede in certi vocaboli che non compaiono nella lingua latina
classica, ma fanno parte di alcune formule magiche e nel linguaggio latino del XVI
secolo. Si tratta inoltre di un linguaggio tipico dei processi e
degli atti legali di quel periodo. Si
tratta di una fatica notevole, affrontata con una pazienza pari alla
volontà di diffondere un documento importante. A mio modesto avviso
quanto scritto si può paragonare alle numerose danze macabre del periodo.
Troviamo alcuni documenti nei paesi di montagna, nelle chiese, nelle
località a noi vicine quali Clusone, in provincia di Bergamo.
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