Silvio Villa classe 1920. La sua vicenda privata si è intrecciata strettamente con quella del suo paese di nascita e di residenza, Cassano d'Adda (di cui è stato vicesindaco ed assessore, oltre che consigliere comunale per molti anni) e, più in generale, con le vicende che hanno caratterizzato il '900, il secolo breve come lo definì lo storico Eric Hobsbawn.

Villa è sempre stato un uomo di "parte", nel senso che è stato partecipe, ha preso parte attiva, non è mai stato alla finestra di fronte agli avvenimenti che hanno attraversato la sua vita e quella di tutto il paese per oltre 50 anni. L'esperienza dei Lager nazisti l'ha portato ad essere un partigiano della democrazia e della Pace, del movimento dei lavoratori, un convinto antifascista ed ora, all'apice della sua lunga vita, un cultore della "memoria" da trasmettere alle nuove generazioni, affinché non si dimentichino i valori e, soprattutto, i sacrifici e l'impegno che le donne e gli uomini come lui, della sua generazione hanno supportato e sopportato per riportare l'Italia ad essere un paese libero, democratico e pienamente inserito nell'Europa del terzo millennio.

Attualmente Silvio Villa è presidente onorario della sezione ANPI di Cassano d'Adda.

Silvio Villa, fatto prigioniero dai tedeschi l’11 settembre 1943, viene internato in un Arbeitlager nel distretto di Amburgo. Successivamente verrà trasferito a Leuna, presso Halle, nella Germania orientale, dove verrà costretto al lavoro nel complesso di raffinazione di Junker-Langenwerke. Rimarrà a Leuna fino all'8 aprile 1945, giorno della liberazione da parte degli angloamericani. Le sue memorie della prigionia sono raccolte nel volume Internato N°.

 

 

Internato n.

La memoria del presente

Il Ritorno