Sorto alla fine dell'Ottocento, il Collegio Cazzulani, successivamente trasferito a Lodi e a Desenzano, continuò la sua attività fino ai primi decenni del Novecento: l'Istituto era dotato di scuole elementari e tecniche. In tutto vi erano nove classi. Gli alunni dovevano recarsi a Milano per gli esami. Casa Mauri serviva da dependance per gli alunni interni del collegio.

tratto dai "Quaderni del Portavoce n. 35" NUOVO DIZIONARIO CASSANESE - A. ARESI - G. AIROLDI - C. CASSINOTTI - F. GILLI - C. VALLI

Cassano d'Adda - il Collegio Cazzulani nello splendido scenario del Canale Muzza e del Castello (foto R.Siesa)

tratto dal libro di Elena Cazzulani "il Collegio Cazzulani"- Edizioni Lodigraf - anno 1988

Cassano d'Adda,     1889 – 1899

I Cazzulani lasciarono Paullo. È probabile che li abbia accompagnati il rimpianto per quel piccolo paese che era punto di partenza dove si erano dettati un decalogo basilare per modelli futuri, è certo che il commiato rammaricò gli allievi e le loro famiglie come testimoniano le molte lettere conservate nell'archivio familiare.

Alcuni studenti li seguirono a Cassano e più tardi a Lodi. Uno di essi, Giuseppe Cucchetti che frequentava l'asilo a Paullo, continuò con loro gli studi fino alla maturità, poi si laureò in ingegneria e nel 1914 progettò la costruzione del grande edificio che sorse a Lodi e fu la sede definitiva del collegio Cazzulani dal 1915 al 1958.

Sulla sponda destra dell'Adda, Cassano era un luogo ameno e salubre situato ai confini della Brianza. Antica­mente baluardo alle invasioni straniere che minacciava­no la pianura padana, dal '600 luogo di villeggiatura di nobili lombardi che si erano costruiti ville dalla splendida architettura, contava circa 8.000 abitanti ed era Capo­luogo di Mandamento del Circondario di Milano.

Per esprimere con un'immagine vicina al tempo in cui vi giunsero i nonni il paesaggio e le prime iniziative ri­ferisco un brano tolto dal giornale del Collegio:   

 

Cassano, il simpatico paese, posto sul limite estremo della Brianza, bagnato dall'acqua dell'Adda, gode di un clima incantevole e dei più rapidi mezzi di comunicazione [...] Pochi mesi di preparazione trascorsero; e poi nella parte più bella del paese, in un magnifico palazzo specchiantesi nelle onde azzurre del regal fiume lombardo, in un magnifico palazzo, da dove la vista corre all'infinito a deliziarsi nello sconfinato piano sottostante, in cui, di fra mezzo al verde scuro delle piante e delle praterie, sorgono a centinaia i campanili di villaggi e paesi, sorse il Collegio con le sue scuole regolari interne, i suoi maestri, i suoi istitutori. Sorse il collegio e prosperò.

Cassano d'Adda - ponte sulla Muzza e Collegio Cazzulani (foto di R. Siesa)

Nel 1890 venne distribuito il programma del nuovo collegio:

"Quest'Istituto che da 12 anni si limitava all'educazione dei giovani che frequentano le scuole elementari, ora, per desiderio di molti parenti, pur sempre continuando quel trattamento di famiglia che lo contraddistingue, conduce gli allievi anche alla licenza tecnica e ginnasiale. È posto in una delle migliori posizioni del paese con ampi, spaziosi e ben arieggiati locali ed annesso giardino; gode di una vista amena, di un'aria pura e salubre; ed ha il vantaggio d'essere in un luogo ove ha vita rigogliosa un pregevole collegio femminile. Ha propri docenti legalmente abilitati che, coll'opera loro intelligente e amorevole, con senno e norme pedagogiche, sorvegliano e dirigono ogni occupazione, per ottenere una perfetta educazione fìsica, intellettuale e morale. La buona educazione, il vitto sano e abbondante e la modicità della pensione procurano all'Istituto la stima, la benevolenza e la soddisfazione di quanti vi affidano i loro figli."

Per i bambini delle scuole elementari vi era un invito separato:

"Chi non sa quanto influisca nell'animo dei bambini, che per la prima volte si separano dalle loro famiglie, il trovarsi in un ampio palazzo situato in una posizione bellissima, dove l'aria si respiri più sana e profumata? Il dolore che in quel momento ci opprime, si cambia quasi insensibilmente in dolce malinconia; e allora svaniscono, come per incanto, dall'animo, tutte le idee sinistre che ci eravamo formati del Collegio, per dar luogo a un sentimento rispettoso, che non avevamo mai sognato di provare. È per questo che la moderna pedagogia insiste tanto sulla scelta accurata dei luoghi dove abbiamo in animo di fondare Istituti di Educazione; ed a questi sani principi corrisponde interamente la Sezione del nostro Convitto per i giovani delle Scuole Elementari, posta nella più bella posizione del pittoresco paese di Cassano d'Adda. Splendida, bellissima oltre ogni dire é la vista che si gode dal Collegio. A pochi passi di sotto, lambente le mura del giardino, scorre l'Adda cerulea, che ora dividendosi in bracci ora ricongiungendosi interseca la pianura sconfinata e si perde sfumando nell'orizzonte lontano."

 

Appunto dai villaggi e dai paesi vicini: Melzo, Trucazzano. Gorgonzola, Vaprio e Trezzo, varie famiglie chiesero di affidare ai Cazzulani i propri figli che, aggiunti a quelli provenienti da Paullo, formarono una rilevante comunità. Il nonno, oltre ad adempiere il suo incarico di insegnante elementare, preparava privatamente gli studenti delle scuole tecniche e ginnasiali agli esami che avrebbero sostenuto a fine anno presso le scuole pubbliche di Lodi. La nonna si occupava dei più piccoli, il clima affettivo da lei creato si rivelava indispensabile a un facile ambientamento ed evitava lo smarrimento provocato nei bambini dall'assenza dei genitori.

La prima iniziativa del maestro Cazzulani a favore del paese fu la fondazione della Palestra Marziale.

Come si è detto, uno spirito nazionalista e militarista convivente in armonia interdisciplinare nelle scuole, era particolarmente caldeggiato dal nuovo governo di Crispi

Nel 1890 era stata costruita a Bologna una Lega per la Nazione Armata il cui scopo era quello "di impartire alla gioventù una forte educazione fisica e di formare dei cittadini amanti dell'ordine e della libertà i quali a vent’anni siano già istruiti nelle militari discipline alfine di rendere possibile in un avvenire non lontano, una sensibile riduzione del servizio militare.

Presidente di tale Lega era il colonnello Enrico Berlet incaricato di propagandare l’istituzione con circolari dirette agli Amministratori comunali di città o grossi paesi.

Quando il sindaco di Cassano ricevette tale comunicazione, incaricò il Cazzulani di occuparsene personalmente; uno scambio di lettere con il Bertet, rapidi accordi presi con il sindaco stesso, un disegno di Statuto ricalcante quello nazionale, ma con qualche eccezione riguardante la comunità del paese, e nel ’91 fu istituita a Cassano la Palestra Marziale.

Alcune persone “amanti del pubblico bene” si costituirono in società pagando L. 1 (una) l’anno, formando uno Statuto sociale e nominando un Consiglio Direttivo alla cui presidenza fu eletto l’ormai molto stimato maestro Francesco Cazzulani.

La “Palestra” consisteva in una istruzione domenicale con esercizi militari e ginnici, corsa, salti, giuochi e marce. I partecipanti si dividevano in tre categorie: quella dei militi giovanetti dai 10 ai 15 anni, dei giovani militi dai 15 ai 20 e quella dei militi anziani di età superiore ai 20 anni, fra questi venivano scelti gli istruttori delle tre categorie.

Non vi era obbligo né forzatura ma la novità della Palestra, che era anche l’unica variante alle funzioni religiose festive, fece proseliti nel paese. Così anche a Cassano, come già a Paullo  dove mio nonno aveva anticipati l’idea e l’iniziativa, si videro marciare ordinatamente, cantando, scolari e contadini, operai e gente del popolo. E se il movente non era l’integrazione sociale ma il benessere fisico, tuttavia questo era anche un modo per vanificare l’isolamento del giovane e del cittadino.

Passeranno quarant’anni, poi l’iniziativa delle marce domenicali, precedute da fasci e gagliardetti, saranno riprese, ma si ridurranno ad un’esibizione propagandistica di un'ideologia politica in cui l’individuo, obbligato e in divisa, spenta ogni speranza di comunicare con il mondo che lo dominava, dovrà affrontare i suoi conflitti senza libertà di scelta.

Nei 1890 la famiglia Cazzulani si era accresciuta di una bambina, Giulia, ma i nonni trovavano ugualmente tempo per tutto: fra le attività extrascolastiche avevano organizzato corsi di pianoforte, canto e recitazione che erano una sintesi fra l'applicazione allo studio ed elementi complementari più vitali, atti ad uno sviluppo intellettuale meno condizionante, adeguati ai fenomeni di uno sviluppo sociale che comportava una cultura varia, mobile e moderna.

Graziosi cartoncini con fregi geometricamente eleganti, tipici del gusto floreale, sono stati rinvenuti fra i documenti d'archivio: erano diramati dalla direzione del Collegio alla popolazione del paese per invitarla a spettacoli interpretati dai convittori: concertini, declamazioni, celebrazioni di feste importanti e persino trattenimenti drammatico-musicali. Lo scopo era benefico: un contributo all'Asilo infantile comunale per l'assistenza ai bambini poveri.

Si vorrebbe ora scrivere dei dieci attestati di benemerenza meritati dai Cazzulani durante il periodo di Cassano; per non essere apologetici, ne citeremo uno soltanto facendolo precedere da una considerazione: è chiaro che a noi sono arrivate solo le prove positive della loro attività e non conosciamo i contrasti, gli errori, qualche incidente di percorso, le inevitabili lotte contro le invidie (tipiche verso chi si afferma) dei meno preparati o dei più sfortunati, non ne sappiamo nulla perché nulla di questo è scritto e le persone che ce ne avrebbero potuto parlare ora sono con i miei nonni nella pace eterna. Ma un attestato inviato dall'allora re d'Italia Umberto I non può essere taciuto. Esso arrivò a Cassano nel 1897 preceduto da una lettera del prof. Nalli, ispettore scolastico del circondario di Milano.

 

Il Superiore Ministero; accogliendo la proposta di questo Consiglio Scolastico Provinciale, promosse il R. Decreto 11 marzo u.s. col quale le venne conferita la medaglia di bronzo quale benemerito dell’istruzione elementare.

Un pesante foglio bianco sui cui campeggia a grandi lettere il nome del re, riporta:

UMBERTO I per grazia, di Dio e per volontà, della Nazione Re d’Italia.

[…]  Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione abbiamo decretato e decretiamo Francesco Cazzulani  medaglia di bronzo dei benemeriti della popolare istruzione. Il  predetto Nostro Ministro è incaricato della esecuzione del presente

 

 

Decreto che sarà registrato alla Corte dei Conti.

Dato a Roma lì 11 Marzo 1897      

firmato: UMBERTO

Collegio Cazzulani al tramonto (foto di R. Siesa)

Del '97 sono alcune lettere provenienti da Lodi dove ì convittori, preparati privatamente, avevano sostenuto gli esami alle regie scuole pubbliche.

 

Lodi, 20 Luglio – 1897

 

Presidenza del Regio Liceo e Regio Ginnasio P. Verri

Con piacere le comunico che dei giovani che la S. V. presentò a questo R. 'Istituto, per gli esami di ammissione alle classi del Ginnasio Superiore nella testé ultima sessione di Luglio, superarono tutti le prove d'esame e solo uno dovrà ripetere in Ottobre la prova di Storia Naturale. Con questa notizia avrei soddisfatto alla discreta domanda di V.S. ma non al debito d'intera verità e giustizia il quale mi impone di aggiungere che TUTTI, nelle materie principali di una scuola classica, diedero prove molto soddisfacenti e tali da lasciare in me e negli altri esaminatori un concetto elevato dell'istruzione che si impartisce nell'Istituto da V.S. tanto saggiamente diretto

 

IL PRESIDE G.GANDINI

 

29 luglio 1897

 

Dalla R. Scuola Tecnica Paolo Gorìni di Lodi

 

Sono lieto di significarle che tutti t candidati alla Licenza presentati dal Collegio Cazzulani hanno dato prona in generale di essere ben istruiti specialmente in Italiano, Storia, Geografia e Diritto nelle quali materie hanno riportato tutti una luminosa vittoria.

 

PROF. G. DE PAOLA

10 luglio 1897

 

Mi congratulo sinceramente con la S. V. per gli splendidi esami dati in questi giorni dagli allievi ginnasiali che Ella presentò quest'anno al nostro R. Istituto. La vastità del programma, la sicurezza, prontezza e precisione nelle risposte attestano la serietà, intelligenza e coscienza del Direttore e degli altri Docenti. A suo maggior conforto aggiungo che per le mie materie nei vari punti additati loro dagli alunni pubblici da me espressamente invitati a farlo, rispondevano prontamente, e in modo di riscuotere l'ammirazione degli stessi studenti pubblici presenti agli esami.

 

CAV. PROF. ANT. GUERRINO PRINA.

INSEGN. DI LETTERE ITAL. LATINE E GRECHE, STORIA E GEOGRAFIA NEL R. GINNASIO SUPERIORE DI LODI

Il risultato degli esami, reso noto pubblicamente, favori una richiesta di iscrizioni superiore al previsto. Se ne dovettero rifiutare alcune perché il locale, per quanto vasto, non era abbastanza capiente e attrezzato per un numero superiore ad una cinquantina di convittori.

Ora mio nonno si trovava nel dubbio: rimanere nell'ambito dei soddisfacenti risultati ottenuti o tentare il grande passo verso la città dove, provvedendo le scuole regie all'istruzione, egli avrebbe potuto occuparsi con maggior attenzione della parte educativa che riteneva basilare per la formazione morale dei giovani.

 

A sinistra - Collegio Cazzulani - vista sulla Muzza (foto di R. Siesa)

Optò per la seconda soluzione, stimolato anche dalla moglie che nei momenti di emergenza, si muoveva, lei così dolce e quieta, con rapida presa di coscienza della realtà e pareva guardare davanti a sé un panorama estremamente vago sul quale però i suoi occhi già delineavano ben definiti confini.

 

A Lodi la burocrazia municipale di fine secolo non doveva essere complicata né lenta se le trattative tra i Cazzulani erano già iniziate nei primi mesi del ’99. Ne dà notizia, nel marzo dello stesso anno, un giornale locale. Il Corriere dell'Adda, che annuncia l’apertura di un convitto maschile in città. Il cronista “Marius” (non meglio identificato) sembra persona informata sui metodi educativi di mio nonno e li confronta con sistemi repressivi del passato.

 

… E dobbiamo parlare di un Collegio…Collegio! Ma nel nostro caso è adoperata propriamente questa parola? In Italia, quando diciamo Collegio ci figuriamo subito uno di quegli edifici grandiosi, severi dove molti di noi hanno trascorso rinchiusi

Il  periodo più splendido della vita. Ci ritornano allora alla mente i dormitori vastissimi, le grandi stanze dalle pareti nude le facce arcigne dei sorveglianti, le rare apparizioni del Direttore (...) Noi non conosciamo che  i nostri collegi-caserme, freddi come stanze di prigione.

Ecco, se a questi edifici soltanto si dà il nome di collegi, allora no, l'Istituto che il signor Cazzulani aprirà a Lodi nel prossimo settembre, non sarà un Collegio.

 

L'antitesi caserma-collegio paradossalmente rientrava nella scelta dell'ambiente che il Comune avrebbe messo a disposizione dei Cazzulani: l'antico Castello che, a suo tempo, aveva ospitato truppe militari.

Cosi mio nonno, dopo più di vent’anni, stava per tornare a Lodi. Era riuscito a superare le circostanze che lo avevano allontanato e adesso, operando su un canovaccio di fresche speranze, tracciava un avvenire più ampio e complesso di quel passato che, tutto sommato, gli stava ormai così stretto dietro le spalle.

Sapeva che la città era più impegnativa, che la borghesia locale era pronta ad affidargli dei giovani più esigenti e disincantati, ma le idee erano chiare e le aveva riferite al cronista del Corriere dell'Adda esponendogli un programma sorprendentemente moderno:

Noi dobbiamo fare - diceva - oltre a degli uomini  sapienti degli uomini liberi, fieri della loro indipendenza, fiduciosi in se stessi, compresi della loro dignità. Certi metodi di educazione usati nella scuola e nelle famiglie non fanno che deprimere e avvilire il carattere dell'adolescente imprimendogli un marchio funesto. In generale noi non facciamo abbastanza per suscitare nel giovane atti di iniziativa che comportino qualche responsabilità: sospettiamo sistematicamente la sua condotta, i suoi gesti, le sue parole; applichiamo la disciplina in modo oppressivo, ci facciamo una falsa idea del rispetto dovutoci dai figli o dai giovani affidati alle nostre cure e con ciò, come osserva acutamente il Demolius, otteniamo dei risultati veramente deplorevoli: il ragazzo diventa servile, o ribelle, o finto, o taciturno tenta di ingannarci o sottrarsi alla nostra influenza, non apprende a far l'uomo. I vecchi collegi caserme hanno fatto il loro tempo: agli antichi metodi proibitivi si sostituirà una disciplina ferma, sì, inflessibile sui principi generali, ma corriva, liberale, paterna - nel senso giusto della parola in tutti i casi particolari. Bisogna che i giovani vivano nel collegio una vita familiare, che i Superiori condividano le loro attività, i loro giochi, diventino i loro amici E questo senza perdere d'autorità perchè tali contatti faranno sì che sorga fra essi e gli allievi quel vincolo fortissimo di amore che è il più valido cooperatore dell'educazione. Anche la donna ha un importante ruolo in un collegio così concepito, una donna come potrebbe essere la mia signora, che senta altamente la sua missione, che sia interessata per intiero al buon andamento dell'Istituto. È inutile: per quanto gli uomini facciano non potranno mai prevedere e vedere come si deve: l'ordine perfetto, la pulizia nei dormitori nei refettori, nella cucina non si può ottenere senza che una donna vi sia preposta. E poi la sola presenza di lei dà maggiormente all'istituto l'apparenza di una famiglia. In Inghilterra, a Bedales e ad Abbotshome, stabilimenti modello di educazione teorico-pratica, dentro il Collegio risiedono le mogli dei direttori e professori e un celebre educatore francese che si è recato a visitare tali Istituti, è rimasto addirittura meravigliato dell'opera di quelle gentili signore. E, quanto alla mia esperienza personale, la presenza della mia signora mi è stata finora di validissima utilità.

Questo libro è disponibile presso la biblioteca di Cassano d'Adda

Fotografia tratta da "I Quaderni del Portavoce n.3 Come si Viveva" di Carlo Valli